
Che il Coronavirus si riuscito a far strage sotto tutti i punti di vista , questo è ormai un triste dato di fatto. Non c’è settore che non sia stato duramente colpito dalla crisi causata dal Covid19, ed essendo purtroppo la pandemia ancora in corso, non ci sono di certo previsioni positive per il futuro.
In questo contesto, uno dei mercati letteralmente in ginocchio in questo momento è quello immobiliare.
Cosa accadrà nei prossimi mesi?
Nomisma, famosa società di consulenza fondata da Bnl nel lontano 1981 che si occupa di svolgere ricerche ed analisi di mercato sull’economia reale, lo scorso 25 marzo ha diffuso ufficialmente i dati del suo Osservatorio sul mercato immobiliare del 2020. La situazione è apparsa realmente drammatica. Le previsioni e ipotesi di questo istituto di ricerca bolognese parlano di una riduzione fra i 9 e i 22 miliardi di euro – rispetto ai numeri del 2019 – solo per l’anno in corso. E considerando che siamo ancora in piena emergenza, e che la situazione non si risolverà in fretta né tanto meno riusciremo ad uscire velocemente dalla crisi, il drastico calo del fatturato dei prossimi tre anni si pensa possa arrivare addirittura a 122 miliardi di euro. Numeri, questi, che solo all’idea fanno venire la pelle d’oca, considerando che per la prima volta dopo molto tempo il mercato del mattone si stava finalmente riprendendo.
Cosa porterà il mercato immobiliare a questa caduta libera?
Sicuramente il fatto che l’Italia – inutile nasconderlo – diventerà un paese molto più povero di quanto lo sia stato fino ad oggi è direttamente proporzionale al calo di fatturato del mercato immobiliare. Anche Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, l’Istituto indipendente di studi e ricerche del settore degli immobili in Italia ed in generale in Europa, conferma quanto sopra riportato: più disoccupazione e cassa integrazione ci sarà nella nostra penisola, minori saranno gli acquisti di abitazioni. Da un lato le famiglie saranno ovviamente impoverite e non avranno la capacità economica di effettuare nuovi investimenti; dall’altro, anche chi avrebbe alcuni fondi a disposizione li riverserà nel risparmio, nell’ipotesi di dover far fronte nei prossimi mesi o addirittura anni a possibili emergenze.
Previsione e tendenze per il futuro nel mercato immobiliare
Le proiezioni degli esperti parlano di una bruca discesa del mercato immobiliare sia per quanto riguarda le abitazioni residenziali, che per quanto riguarda il mercato aziendale dei grandi investimenti per nuove strutture quali hotel, residence o edifici commerciali ad uso uffici. Per il primo si ipotizza una forbice fra 50 e 120 mila euro in meno di compravendite rispetto ai 650 mila euro che si prevedevano prima dell’arrivo del virus (ossia fra un -8% e un -18%); per il settore corporate, invece, mentre lo scorso anno si era raggiunta la cifra record di 12,3 miliardi di euro, per il 2020, se le cose miglioreranno si potrebbe arrivare al massimo a 8,2 miliardi, che nell’ipotesi più cautelativa scendono a soli 5,8 miliardi. La metà di quanto realizzato nel 2019.
Questo perché chi anche aveva intenzione di acquistare un immobile residenziale ora ci penserà due volte, e magari addirittura rimanderà l’acquisto in attesa di capire se verranno reintrodotte tassazioni straordinarie, come si ipotizza per esempio sul ritorno dell’IMU per la prima casa. Chi, invece, avrebbe dovuto realizzare nuovi immobili di tipo commerciale potrebbe essere spinto ad acquistare da chi, a causa dell’insolvenza dei suoi clienti, potrebbe essere indotto a vendere il suo bene immobiliare, contribuendo così a fermare anche l’ampliamento e lo sviluppo del paese.
Sarà più conveniente comprare casa nei prossimi mesi?
Chiaramente in questo momento, per osservare le direttive del decreto sugli spostamenti emanati dal Governo per l’emergenza Corona virus (#iorestoacasa), nessuno riesce a vendere o comprare un appartamento. Certo, si possono effettuare visite virtuali e contattare le agenzie o i potenziali clienti attraverso gli strumenti che la tecnologia per fortuna ci offre, senza il bisogno di doversi fisicamente muovere da casa, ma questo non è sufficiente per chiudere una trattativa immobiliare, attività che per natura ha bisogno di presenza fisica per finalizzare le sue compravendite.
Non pensiamo, però, che tutto ritornerà alla normalità appena passato il momento peggiore di questa pandemia, né che i prezzi delle case necessariamente scenderanno. Sicuramente ci sarà chi, messo alle strette dall’impoverimento economico (magari perché ha perso il lavoro o perché la sua attività sarà parecchio in crisi), sarà costretto a svendere la propria abitazione, ma dall’altra parte – come lo stesso Mario Breglia ipotizza – potrebbe subito avvenire soltanto il blocco del mercato come era accaduto negli anni di crisi del 2008-2009.
L’altro problema da non sottovalutare sarà poi costituito dai tassi dei mutui che le banche applicheranno. Non c’è ancora stata ufficializzazione del loro aumento, ma anche qualora questi rimanessero bassi, sicuramente molto più rigidi saranno i parametri che gli istituti di credito stabiliranno per la concessione di tali prestiti, proprio perché ci si ritroverà di fronte a parecchi cittadini con lavori precari, entrate esigue e nessuna garanzia.
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