
Sorprendersi dei cambiamenti che può subire un mercato in funzione agli avvenimenti esterni che ne influenzano l’andamento come sta facendo più o meno indirettamente il coronavirus, significa non aver capito la natura del mercato. E in particolar modo quello immobiliare, che è lo specchio della società che in questo momento si trova con l’economia in completo stallo.
Di conseguenza non possiamo aspettarci o pronosticare niente di diverso da quella che sembra preannunciarsi come la più grande crisi economica del secolo.
Qual è il futuro dunque del mercato immobiliare?
L’osservatorio sul marcato immobiliare 2020 ha elaborato dei dati diffusi per la società di consulenza Nomisma, il cui quadro d’insieme restituisce una situazione del mercato del mattone disastrosa. Su questi dati, le previsioni per il futuro non sono meno nere: si stima, in riferimento al bilancio del 2019, una riduzione compresa tra i 9 e 22 miliardi e poiché le dinamiche della crisi sono tali da far presumere che ci vorranno anni per uscirne completamente, a essere ottimisti il fatturato potrebbe arrivare a perdere alla fine del prossimo triennio qualcosa come 122 miliardi di euro. Stiamo parlando di un -8% e -18%.
La ragione di fondo non riguarda e non riguarderà la disponibilità di immobili da vendere e comprare che rimane immutata, ma la possibilità, soprattutto per i privati che intendevano acquistare casa nel 2020, di accedere ai comuni fondi di credito, ossia verranno elargiti molti meno mutui. Anche qui la stima è chiara, e i punti di percentuale sono compresi tra il 15 e il 30% in meno. Cambieranno i requisiti minimi e le garanzie minime necessarie per via della mancanza di liquidità reale e per aspetti legati allo sfibramento del tessuto socio-economico del nostro Paese e possiamo bene dire mondiale.
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