
La crisi sanitaria che stiamo affrontando, dovuta dal coronavirus, ha travolto tutti i mercati del Paese e mondiali. È difficile, pertanto, fare un’analisi dello stato di salute del mercato immobiliare in questo momento, in cui la crisi ha fatto messo in stallo l’intero sistema finanziario. Senza considerare le influenze esterne che hanno modificato le dinamiche commerciali della compra-vendita di immobili.
Gli eventi hanno di fatto creato un effetto domino, poiché non esiste mercato che non sia legato ad un altro. I veri problemi dell’immobiliare, durante questa fase critica, sono legati all’incertezza nel futuro che privati e aziende stanno vivendo dal punto di vista economico. A questa, si aggiunge una forte componente psicologica, che gioca un ruolo determinante nella valutazione di un investimento importante come l’acquisto di una casa. E se questi sono i principali fattori soggettivi, la riduzione dell’accesso ai fondi da parte degli istituti di credito è una certezza, stimata tra il 15% e il 30% in meno rispetto a quelle erano state le previsioni pre-virus per il 2020. Senza lo strumento dei mutuo, infatti, un privato non può certamente essere in grado di acquistare una casa. Una cosa è però certa: i prezzi del mattone sono destinati a scendere. Basta analizzare le più importanti crisi economiche degli ultimi 50 anni, per capire che gli effetti collaterali di un crollo dell’economia protratto per anni influenza direttamente il valore degli immobili proprio perché l’offerta rimane immutata o addirittura cresce, mentre la domanda precipita facendo abbassare i prezzi e creando terreno fertile agli speculatori.
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