
Sulla scia dei Millennials e della GenZ, è comparsa sul mercato immobiliare una nuova figura, quella dei Longennials. Over sessanta, buone condizioni economiche, e con prospettive di longevità inedite in precedenza. Ma non chiamateli “anziani”.
A differenza, infatti, dei comuni ospiti delle RSA, con necessità di assistenza continuativa, i Longennials sono attivi, con necessità legate ad un clima mite e gradevole tutto l’anno, e la creazione di comunità che condividano interessi e servizi.
Nel 2035, in Italia saranno 5,6 milioni contro i 4,5 di over 80 del 2020. In un mercato come quello italiano, secondo per età solo a quello Giapponese, e in cui i giovani vivono un futuro economico incerto, caratterizzato da salari bassi, sono loro i veri investitori nel mercato del mattone.
Soprattutto considerando i dati: dai risultati di una ricerca effettuata dall’Active Longevity Institute è emerso come un terzo dei Longennials italiani tema che la sua corrente abitazione non sia sufficientemente sicura. Un quarto ancora teme che la propria abitazione diventerà prima o poi un rischio per la propria incolumità, e altrettanti temono di non avere abbastanza spazio, soprattutto vista la prospettiva di dover ospitare una badante. Un terzo dei rispondenti, infine, cambierebbe volentieri casa.
Si tratta, dunque, di una sfida per il mercato immobiliare: la necessità è quella di trovare strutture adeguate alle loro esigenze, o di rinnovare in tal senso quelle esistenti. Se in Italia, infatti, l’80% degli over 60 vive in case di proprietà, poche sono quelle adatte all’età avanzata. Un intervento che si è già svolto in altri Paesi come Francia, Olanda, Arizona e Florida, Spagna e Portogallo, che non a caso sono diventati, negli ultimi anni, la meta di un nuovo profilo di Expat, quello dei pensionati alla ricerca di luoghi migliori in cui vivere.
Tra i possibili modelli cui prendere attualmente spunto il Barrier Frei tedesco, ovvero la “casa senza barriere”, che assicura una buona autonomia anche a persone con ridotte capacità motorie, e le strutture del Regno Unito. Si parte dall’Age Restricted Housing, zone residenziali destinate agli over55 in via esclusiva, quindi Sheltered outing, residence con spazi comuni e servizi base di hospitality. Questi sono simili ai Residences services seniors o ai Villages senior francesi, alloggi indipendenti, o nel secondo caso strutture condominiali con spazi comuni per favorire la socialità e diversi servizi, a seconda delle diverse fasce di prezzo.
Per servizi di assistenza più completi si può invece optare per l’Assisted living o Extra care, che garantiscono operatori per l’assistenza in loco. Prima di arrivare, infine, ai Retirement villages o Continuing care retirement communities, che poi sarebbero le nostre RSA.
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