
Le famiglie, nel primo semestre 2022, sono tornate ad investire nel mattone, certezza tipicamente italiana, in situazioni di profonda incertezza economica. Questo emerge dall’indagine Nomisma 2022, “Famiglie e Investitori alla prova di un Abitare Arricchito”.
Nonostante sia aumentata la consapevolezza generale sulle difficoltà che il 2023 presenterà alla nazione, con 10,4 milioni le famiglie che dubitano della sufficienza dei propri mezzi, e 9,4 milioni che invece, pur non dubitando dei propri mezzi, dimostrano incertezze nei confronti del contesto economico, sono 3,4 milioni, però, le famiglie che si dimostrano interessate a mutare la propria situazione abitativa
Le famiglie “sfiduciate” sono paradossalmente quelle da cui parte la maggioranza della domanda abitativa. Famiglie monogenitoriali o con 4 o più componenti, dai 45-54 anni che devono però spesso badare ad anziani o altre persone non autosufficienti. Per questi, la ricerca di una casa diventa uno strumento per migliorare relazioni e condizioni di vita familiare.
I motivi di questo apparente paradosso sono in realtà molto chiari. La pandemia prima, e la guerra in Ucraina, hanno messo tutti sul chi vive. L’impennata dei prezzi, tanto più quelli delle materie prime, e l’impossibilità di slegarsi dalle forniture russe, hanno un’influenza non da poco sulla capacità di spesa delle famiglie. Che sono sempre più pessimiste rispetto all’andamento futuro del nostro paese, ma anche molto più spaesate.
In questo contesto, la dimensione fisica del bene immobiliare, unita alla possibilità di fruizione, donano alla casa, tanto più se prima casa, una connotazione psicologica ed emotiva di “sicurezza”. Esattamente com’era successo nel periodo pandemico.
Con tutte le difficoltà e i rischi insiti però nella finanza immobiliare. Se le risorse personali scarseggiano, infatti, ad oggi non è nemmeno sicuro riuscire a trovare altri mezzi di finanziamento. Le insolvenze dei potenziali mutuari, infatti, stanno aumentando, e di conseguenza le banche sono molto più selettive nella distribuzione dei prestiti, trasformando il mutuo in un ostacolo, più che una soluzione.
Negli ultimi 12 mesi, dichiara infatti Marco Mercatili, direttore di Nomisma, sono state 330 mila le famiglie che hanno avuto difficoltà a saldare le rate del mutuo. “Vulnerabilità che avranno a che fare non tanto con l’attaccamento alla casa, ma incideranno sul sistema di finanziarizzazione e selezione da parte del credito bancario”. Per questo, probabilmente, dei 3,4 milioni di famiglie interessate a migliorare la propria condizione abitativa, soltanto 884 mila famiglie avranno la possibilità di farlo. Numeri in linea con le compravendite previste nel 2022: appena 700 mila a consuntivo.
Lascia un commento