
Il mattone resta uno degli investimenti preferiti degli italiani: secondo i dati dell’osservatorio Nomisma, infatti, sono 3,4 milioni i nuclei familiari che si dichiarano intenzionati a comprare casa. E se a conti fatti saranno probabilmente solo 800 mila circa le famiglie che arriveranno a concludere un contratto, si tratta comunque di un passo importante nella vita familiare.
Nonché di un investimento molto oneroso. I rischi sono dietro l’angolo, non solo di vedersi scontenti, ma anche di veder insorgere costi imprevisti. Nel prezzo di acquisto di un immobile, infatti, le spese “extra” solitamente incidono per circa il 10% del prezzo. Per questo motivo è sempre consigliabile tenere a preventivo un fondo per gli imprevisti, in cui possano rientrare spese inattese come l’IMU e le tasse a carico dei proprietari di immobili, le spese condominiali e di manutenzione.
Tra le spese da tenere quindi in considerazione al momento dell’acquisto rientrano in primo luogo le imposte da bollo. Poi, le tariffe per le agenzie immobiliari in caso di intermediazione. Le agenzie, infatti, richiedono un corrispettivo a fronte della garanzia extra e del ruolo di negoziazione che ricoprono. Ricorrere ad un agente immobiliare, infatti, non si traduce sempre necessariamente in una spesa “ulteriore”: gli agenti, più consapevoli dei margini di trattabilità, riescono molto spesso a strappare prezzi molto vantaggiosi, pur di garantire a se stessi e all’intermediario una vendita sicura.
Vi sono quindi le imposte, che variano a seconda che il venditore sia un privato o un’impresa costruttrice. Abbiamo quindi l’IVA per le case nuove acquistate dal costruttore, e l’imposta di registro per le case acquistate da privati.
Potrebbero però insorgere anche ulteriori voci come l’imposta ipotecaria, che vale in genere il 2% dell’importo sul mutuo, con le relative tasse e l’assicurazione, obbligatoria per molte banche per mettere al riparo da rischi di insolvenza del contraente. I consigli generali per l’accensione di un mutuo sono di non estenderlo oltre i 25 anni, e di fare attenzione ai tassi variabili: se in momenti di tassi di interesse bassi come questo risultano particolarmente vantaggiosi, prima o poi torneranno a salire. Il consiglio della Banca d’Italia, infine, è di mantenere la quota del debito (mutui, prestiti personali, rate da pagare) al di sotto del 35-40% del proprio reddito.
Nell’acquisto dell’immobile, inoltre, occorre valutare le spese catastali, necessarie alla documentazione e agli atti notarili. Prima di firmare le proposte d’acquisto e i preliminari di vendita, infatti, è buona norma consultare un notaio, per prendere visione delle planimetrie, gli attestati di prestazione energetica, dei certificati di agibilità, e degli atti di provenienza.
In questo modo, vi assicurerete anche di evitare quelle spiacevoli spese per lavori e ristrutturazioni, che potrebbero a loro volta erodere una quota ingente e imprevista del vostro budget di investimento.
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