
Semestre in ripresa per gli investimenti immobiliari: se secondo la ricerca dell’Osservatorio NOMISMA le famiglie sono tornate ad investire nel mattone, davanti all’aumento della domanda il mercato ha risposto con un (pronosticato) aumento dei prezzi. In attesa, dunque, che la recente crisi economica dovuta all’aumento dell’inflazione e ai rischi della guerra, si facciano sentire anche sul mercato degli investimenti immobiliari, i prezzi degli immobili tornano a salire.
La città più cara si conferma, ancora una volta, Milano, che registra un +6,3%, e sulla quale si allunga lo spettro di una “bolla immobiliare”. E se la Laguna di Venezia è tra le città virtuose tenute sotto controllo dall’Osservatorio (-0,2%), la media dei prezzi registra comunque un +2,9% generale.
Le compravendite riguardano perlopiù case di periferia (44,5% rispetto all’11% dei centri urbani), dove è possibile trovare anche “mini” soluzioni dai 50 ai 90 m2 e di grandi spazi, invece, con balcone o terrazzo e ascensore, praticamente introvabili nei grandi centri. E dove è possibile anche strappare dei buoni sconti: dal 12 al 14%, soprattutto per i negozi.
Dopo più di un decennio, tornano infatti a crescere anche i prezzi dei negozi e del segmento direzionale (gli uffici). Un aumento timido, che va dal +2% di Bologna ad un -1,2% di Catania, con un aumento medio dello 0,5%, legato perlopiù ad un minor potere contrattuale di chi compra rispetto al passato. Le persone, quindi, sono tornate a comprare, e i negozi si trovano in un’estrema necessità di trovare nuovi locali sfitti in tempi relativamente rapidi, perdendo quindi parte della volontà e della possibilità di trattare su un prezzo più conveniente. Circa 8 mesi servono infatti oggi per vendere un negozio, un tempo che aumenta a quasi 9 mesi per un ufficio, e a poco più di 5 mesi per le abitazioni.
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