
È stata rettificata la nuova direttiva UE sull’efficienza energetica degli edifici che imporrà, a partire dal 2027, nuove regole per la sostenibilità energetica degli edifici (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive). La bozza iniziale, che prevedeva un divieto totale di locazioni e compravendite per gli edifici di classi energetiche più basse, è stata ammorbidita. Dopotutto, in alcuni casi l’adeguamento energetico potrebbe rappresentare una sfida non da poco.
Ad oggi, infatti, la classificazione energetica attestata dall’A.P.E (Attestato di Prestazione Energetica) è già obbligatoria per vendite e locazioni. L’APE distingue dieci classi energetiche dalla A alla G, comprensive di sottoclassi. Ebbene, la nuova direttiva si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare significativamente le prestazioni energetiche, individuando dei requisiti minimi di miglioramento energetico in base allo stato di partenza dell’immobile, e secondo precisi step temporali. Questo, insieme alle misure a livello nazionale, dovrebbe garantire entro il 2050 un’Europa con edifici ad emissioni zero.
Nel frattempo, quindi, le compravendite e le locazioni di immobili non alla massima efficienza continueranno ad essere consentite, a patto però che i singoli Stati Membri si impegnino a trovare soluzioni e a delineare incentivi per il raggiungimento degli standard minimi. Ecco dunque che, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, dal 2027 ad esempio non potranno più essere erogati incentivi statali per caldaie a condensazione. Ma tanti sono gli interventi che gli Stati Membri dovranno stabilire all’interno di un percorso nazionale con indicatori misurabili in merito alla quota di edifici ristrutturati, e al consumo energetico, con le rispettive emissioni, prodotte dagli immobili.
Sempre rigide, invece, le regole per le nuove costruzioni, che dovranno ricorrere quanto più possibile all’auto-produzione con fonti di energia rinnovabili. Le date sono particolarmente stringenti: a partire dal 2027 per gli edifici pubblici, e dal 2030 invece per l’edilizia privata.
Gli interventi sono presto detti: per il 15% degli edifici pubblici e non residenziali meno efficienti, la riqualificazione dovrà dapprima passare, entro il 2027, dalla classe energetica G alla F, per poi subire un ulteriore passaggio in classe E per il 2030. Appartamenti e condomini, invece, avranno tre anni di tempo in più per ciascun obiettivo, fissando l’appuntamento quindi per la classe F al 2030, e per la classe E al 2033.
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