
Due sono le certezze. La prima: il 25 settembre è tempo di elezioni politiche. La seconda: tra incertezze, ombre di crisi, guerre, la risposta degli italiani è sempre l’investimento nel mattone. Non poteva quindi mancare il tema della casa nei programmi elettorali, con le naturali differenze che caratterizzano ciascun movimento politico. Vediamo insieme quali sono le proposte sul tavolo.
Superbonus, impignorabilità e “affitto salva casa”: a difesa dei proprietari
La differenza principale tra Centrodestra e Centrosinistra è il focus dell’interesse immobiliare. Se il Centrodestra infatti si concentra principalmente sulla proprietà, e sulla sua difesa, il Centrosinistra invece punta sugli investimenti nell’edilizia residenziale pubblica. Con alcuni grandi assenti: la coalizione Azione-Italia Viva accenna solo al favorire “l’abitare civile” dei disabili, e richiama il problema abitativo che ciclicamente colpisce gli studenti fuorisede.
Per il Centrodestra, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, lancia due proposte per tutelare coloro che già sono proprietari di un’abitazione, affermando che “nessuno dovrà più temere di essere sbattuto fuori dalla propria casa”. Da un lato, quindi, una legge per rendere impignorabile la prima casa, e dall’altro, prevedere lo sgombero coatto degli appartamenti occupati abusivamente.
D’accordo la sua coalizione, con la Lega che ribadisce il proposito nel paragrafo dedicato alla “Casa” del lungo programma di governo. Dopotutto, lo sfratto degli abusivi è da sempre un cavallo di battaglia di Matteo Salvini già nel settembre 2018, quando in qualità di Ministro dell’interno inviò ai prefetti una circolare per chiarire la gestione degli sgomberi forzati. Ma la Lega torna anche sull’argomento Superbonus, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le esigenze di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico, e gli evidenti costi statali che lo sconto 110% ha già comportato (link articolo 210722_superbonus fondi finiti).
Un obiettivo, questo, condiviso anche con il Centrosinistra, certo con alcune differenze.
Anche il M5S concentra il proprio programma “immobiliare” sul Superbonus, con l’obiettivo di stabilizzare le agevolazioni edilizie per consentire investimenti sicuri. E si avvicina agli obiettivi del Centrodestra sulla difesa della proprietà immobiliare con il “mutuo salva casa”, per salvaguardare le persone sovra indebitate dal pignoramento consentendo di riacquistarlo tramite mutui a lungo termine agevolati dallo Stato. Anche nella versione “affitto salva casa”, che anziché l’acquisto, consente di restare in affitto nella propria abitazione oggetto di procedure esecutive.
Un piano che sembra strizzare l’occhio a Verdi e Sinistra italiana, che ipotizzano la creazione di un fondo pubblico per acquistare gli immobili contestati dalle banche ad un prezzo corrispondente al ricavo dei relativi crediti inesigibili. Lo scopo, quindi, è quello di riqualificare gli edifici già esistenti. Chi dovrebbero essere i proprietari, se lo Stato attraverso l’edilizia pubblica o i privati cittadini, è un’opinione che cambia da partito a partito all’interno del Centrosinistra. All’interno della coalizione, infatti, se M5S e Verdi e Sinistra italiana puntano ai fondi di stato per aiutare i privati, il PD si pone invece l’obiettivo di aumentare in 10 anni l’edilizia pubblica di 500 mila nuove unità abitative, così da soddisfare circa i 2/3 dell’attuale domanda di case popolari, con un investimento complessivo, ai costi attuali, di 5 miliardi di euro all’anno.
Sul piatto, comunque, i Cinque Stelle mettono anche mutui agevolati per l’acquisto della prima casa, con sgravi fiscali permanenti per gli under 36, e un progetto di Silver Cohousing, per creare condizioni di coabitazioni che migliorino la vita degli anziani.
Altro terreno di confronto di questa partita elettorale sono le tasse sugli immobili: se il PD propone di tassare i patrimoni sopra il milione di euro per ridistribuire la ricchezza alle nuove generazioni (non da ultimo attraverso un finanziamento di 10mila euro a ogni neodiciottenne), anche l’alleanza Verdi-Sinistra prevede un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, per abolire totalmente l’IMU.
La proposta di Forza Italia invece è l’introduzione di una tassazione unica sull’acquisto della prima casa al 2% per rilanciare il mercato immobiliare, e consentire a tutti l’acquisto di un immobile, laddove la Lega, invece, propone una riduzione dell’IMU su tutti gli immobili.
In questa manifestazione di interesse quindi per le soluzioni abitative degli italiani, sono due le note dolenti due le note dolenti: la prima la necessaria riforma del catasto, per individuare gli immobili e i terreni non registrati regolarmente e quindi i proprietari che attualmente non pagano le tasse, che ha subito un nuovo stop con la caduta del governo Draghi. La seconda, sono le modalità di attuazione degli interventi: nessun partito, infatti, si è sbilanciato nell’indicare costi e fonti di finanziamento.
A questo punto, non resta che aspettare di vedere che cosa succederà a settembre.
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